35 può parlare tutte le lingue, approfondendo lo spirito di ogni lingua straniera fino alla finezza, come se si trattasse della propria lingua. Cosa che manca nei popoli europei, almeno come capacità nazionale in generale. Non denota ciò qualche cosa ? È mai possibile che sia questo un fenomeno casuale, senza scopo alcuno? Non è forse possibile, da tutti questi fenomeni, dedurre o almeno in parte prevedere qualche cosa dello sviluppo futuro del nostro popolo, delle sue aspirazioni e dei suoi fini ? E intanto, proprio questa nazione, sopraffatta dalle circostanze ha guardato per tanti secoli ostilmente 1’ Europa e ostinata-mente non ha voluto vivere con essa, non ha avuto alcun presentimento del proprio avvenire. Pietro il Grande sentì in sè con un certo istinto una forza nuova e intuì il bisogno di allargare l’orizzonte ed il campo di azione di tutti i Russi, questo bisogno nascosto in essi, senza che essi ne avessero coscienza, e che inconscientemente si faceva strada ed era nel loro sangue fin dal tempo degli Slavi. Si dice che egli voleva fare della Russia niente altro che una seconda Olanda ? Non sappiamo : la personalità di Pietro, ad onta di tutte le ricerche e tutte le spiegazioni storiche degli ultimi tempi, ha ancora oggi per noi qualche cosa di enigmatico. Noi capiamo una cosa sola : che bisognava essere troppo originali, essendo zar moscovita, per avere la fantasia non solo di amare l’Olanda ma di andarvi. È veramente proprio soltanto il ginevrino Lefort la causa di tutto ? In ogni caso, nella persona di