42 a calunniare se stessi per eccessivo calore allo stesso modo, come se si vantassero. E se ne raccontano tante, reciprocamente, delle proprie infamie che il giorno dopo si vergognano perfino di incontrarsi e finiscono con l’evitarsi. Abbiamo avute delle nature byroniane (1). Queste, per la maggior parte se ne stavano con le braccia incrociate.... astenendosi perfino dalle consuete maledizioni. Solo qualche volta sorridevano pigramente. Ridevano addirittura di Byron perchè si irritava e piangeva, cosa davvero sconveniente per un Lord! E dicevano che non vale la pena di irritarsi e di maledire, che tutto è già così disgustoso che non si ha neppure la voglia di muovere un dito e soggiungevano che un buon pranzo è meglio di qualunque altra cosa. E quando essi dicevano ciò noi ascoltavamo le loro parole con devozione, pensando di vedere nella loro opinione intorno ad un buon pranzo una segreta finissima e velenosissima ironia. E quelli mangiavano a crepa-pelle nei ristoranti e ingrassavano non a giorni ma ad ora. E che bel colorito avevano certuni fra loro! Certuni non si fermarono all’ironia di un pranzo grasso e andarono ancora più avanti : cominciarono con molto zelo a riempire le proprie tasche e a vuotare quelle del prossimo. E molti diventarono bari. E noi li guardavamo con devozione, con la bocca aperta in ammirazione. (1) Allusione al cosiddetto periodo byroniano della letteratura russa, ai byroniani, che prendendo le mosse delle poesie in cui Puskin aveva imitato Byron, spingevano questa imitazione fino alla caricatura. N. d. T.