Io stesso loro ideale non è ancora del tutto chiaro. C’ è in essi qualche volta una intuizione forte, fine e precisa di alcuni, ma non di tutti, gli elementi fondamentali del carattere popolare russo. Nessun occidentalista ha capito e ha detto nulla di meglio intorno al « mir » ed al comune russo, di quanto abbia fatto Costantino Aksakov in una delle sue ultime opere, disgraziatamente non portata a termine. È diffìcile immaginarsi una comprensione più precisa, chiara, ampia e feconda. Ma questo stesso Aksakov ha scritto l’articolo sulla letteratura russa, stampato adesso nel primo numero del « Giorno »... Ma di questo parleremo dopo. Rispondiamo ora alla citazione sur-riportata. Diremo francamente : i capi degli slavofili sono noti come persone oneste. Ma se è cosi, come è possibile dire di tutta la letteratura, che essa è « indifferente alle sofferenze del popolo »? Come osare di “ disprezzare il nostro sentimento per il popolo, non per l’indignato ardente amore, ma per la forza della disonestà interiore istintivamente ostile, ad ogni causa sacra di onore e di dovere » ? Quale fanatismo di ostilità! Quale aspra sicurezza nei più reconditi pensieri degli avversarii, nel loro cuore e nella loro coscienza ! Che forse, amare la patria ed essere onesti, è un privilegio degli slavofili ? Chi poteva dirlo, chi poteva arrischiarsi a scrivere una cosa simile, se non un uomo giunto all’ ultimo grado della esaltazione fanatica !... Ma qui si sente quasi l’odore dei roghi e delle torture... Noi non esageriamo. Alla fine