116 l’occasione di mettere in pratica il proprio modo di pensare. La padrona si ricordò di Mascia e comandò allo « starosta » di mandarla a lavorare nel giardino padronale. Mascia si ostinò : « non andrò », disse, e basta. La zia ebbe pietà della ragazzina, disse allo starosta, che Mascia era malata. La ragazzetta si aggrappò a questa scusa : appena capitava lavoro per i padroni, ella si dava malata. La padrona l’aveva già fatta chiamare chiedendo : Di che sei malata ? - Tutto mi fa male » rispondeva Mascia. La signora la rimproverava, la minacciava e poi la mandava via. E la volta seguente si ripeteva la stessa cosa. « Il fratello fece di tutto per persuadere Mascia, la zia pregò e scongiurò ; nulla valse. Mascia non solo non voleva lavorare, ma si comportava come se fosse nel suo pieno diritto, come se ciò che faceva, dovesse esser fatto proprio così. Ella non voleva, per esempio, chiedere alla padrona, che la liberasse dal lavoro. * Basterebbe che si inchinasse, domandasse — ragionava la zia — la padrona personalmente la libererebbe », ma tale non era la nostra Mascia. « Capitava che non alzasse neppure gli occhi sulla padrona, e la sua voce risuonasse sorda... Si conosce il carattere dei padroni; ingannali pure, ma inchinati profondamente, sii magari cattivo, ma sii rispettoso, chiedi, prega : è in vostro potere di punire e di perdonare—perdonate 1E tutto ti sarà perdonato; ma non appena il tuo cuore si rivolta, ti sfugge una parola amara, anche se tu sei sincero ed onesto — non ci sarà pietà per te, sei un