265 all’occorrenza neppure il Dumas; chè forse è proprio questa la vera augurabile praticità da tener presente nella composizione del libro. Il popolo desidera di leggere, ma ha ancora pochissima esperienza della lettura. Perchè nutrirlo sempre soltanto con le essenze dell’utilità, della morale, delle vostre buone intenzioni? Mi direte voi che il popolo non ha affatto un gusto così viziato, come certe signore, che vogliono assolutamente Dumas, affinchè il libro non cada loro immediatamente dalle mani per la noia? Sono d’accordo con voi: ma il libro è una novità per il popolo, e sebbene egli vi cerchi ben altro, che non l’oziosa ed ottusa signora, tuttavia non nuocerà affatto se esso sarà attraente. A me personalmente è capitato di sentire nelle caserme leggere dei soldati ad alta voce (uno leggeva e gli altri ascoltavano) : le avventure del cavaliere de Chevarni o della duchessa de Lavergon-dière. Il libro (una specie di diario voluminoso) apparteneva a un allievo ufficiale. I soldatini leggevano con delizia. E quando giunsero al momento, in cui la duchessa e Lavergondière rifiuta tutta la sua ricchezza e dà parecchi milioni della sua rendita annuale alla povera grisette Rosa, e la sposa col cavaliere de Chevarni, ed essa stessa, diventata grisette, sposa Olivier Durand, un semplice soldato, ma di buona famiglia, che non vuol essere ufficiale perchè non vuol ricorrere a questo scopo ad una umiliante protezione, l’impressione fu straordinaria. Quante volte mi è capitato personalmente di leggere ad alta voce a soldatini o ad