198 forse anche molto sensati; l’osservazione che la favola di <> Kusma Ostolop » è scritta per i signor» e sarà accolta dal popolo con disprezzo — è giustissima, tanto che per Ano nella nostra qualità di estranei ci rammarichiamo per i nobili, ma miopi compilatori della « Crestomazia ». Ma quanto ai ragionamenti su « La zuppa di pesce di Damiano », non siamo più tanto d’accordo. Cioè,, per parlar più precisamente, a noi non importa affatto del « La zuppa di pesce di Damiano »,. ma importano molto certe opinioni del sig. Scer-bina, o per dir meglio certe sue concezioni fondamentali. « Che gran male è la bonaria importunità del generoso Damiano ! » dice egli. « È di questo che il popolo ha bisogno ? È questo il suo lato più negativo, che bisogna perseguitare col sale della satira e con lo scherno, espresso in un’ immagine ? » Proprio così. « La zuppa di pesce di Damiano », ha certo un significato a sè in Krylov: e senza questo significato, che è del tutto indifferente per il popolo, essa non soltanto non è più interessante, ma potrebbe essere sostituita con successo da un altro migliaio di favole. Su questo noi siamo pienamente d’accordo, ma l’importante non è qui, ma è piuttosto nell’affermazione del sig. Scerbina> che in un libro per il popolo, e possibilmente in ogni capitoletto di un tale libro, bisogna perseguitare i varii lati negativi del popolo, perseguitarli col « sale della satira e con lo scherno, espresso in un’ immagine ». « La zuppa di pesce di Damiano » invece non