209 maestri, cosi che noi stessi prima di tutto dovremmo imparare qualche cosa da lui ; questa qui è veramente la ragione per cui il popolo non rispetta tutta la nostra scienza, o almeno, non 1’ ama. Chiunque abbia avuto a che fare col popolo, può verificare su se stesso questa impressione. Perchè il popolo ci ascolti veramente con la bocca spalancata, bisogna prima di tutto che noi ce lo meritiamo, dobbiamo, cioè entrare nella sua fiducia, nella sua stima; e la nostra avventata convinzione, che ci basti di aprire la bocca per vincere tutto, non merita affatto la sua fiducia —e tanto meno la sua stima. Egli lo capisce bene. Niente 1’ uomo comprende così presto, come il tono con cui lo si tratta, il sentimento che si ha verso di lui. La nostra ingenua coscienza della nostra incommensurabile sapienza e saggezza di fronte al popolo gli sembrerà soltanto ridicola e in molti casi perfino offensiva. Ecco, voi, sig. Scer-bina, a quanto pare, siete pienamente sicuro, che il popolo non si accorgerà di questa nostra straordinaria superiorità, con la quale ci accingiamo a comporre proprio per lui un libro secondo i precetti del vostro programma. Voi, sig. Scerbina, volete bene al popolo — noi ne siamo convinti — e per amore lavorate per lui. Ma voler bene semplicemente, è poco; bisogna sapere dimostrare l’amore. Voi volete dimostrare il vostro amore con questo che, istruirete il popolo, lo loderete per il bene e riderete della sua cattiveria, specialmente sforzandovi di perseguitare con lo XI