245 abbia la malinconia di leggerli il contadino, a cui forse il lavoro è ancora disgustoso in conseguenza di certi ricordi storici? Che la lettura sia per lui prima di tutto un divertimento, un godimento ; poi egli stesso ne spremerà qualche cosa di utile. La libertà prima di tutto ! Perchè costringere con la forza ? Ma sapete una cosa ? ancora non ho finito il mio articolo. Ad un tratto mi è parso come se io stesso dovessi comporre il «Citalnik» per il popolo e nello stesso tempo mi sono venute in testa tante considerazioni, che ho un desiderio matto di comunicare a tutti i futuri compilatori di « Cital-nik ». Si capisce, soltanto alcune di queste considerazioni. Io non pretendo affatto di raggiungere la rifinitezza e la precisione di lavoro, per cui si distingue il « Saggio » del sig. Scerbina. Ecco come farei io : Anzitutto mi metterei davanti, al primo piano, la seguente idea (che considererei come fondamen tale e che seguirei infallibilmente): E precisamente : 1) Che prima di chiacchierare sull’ immediata istruzione ed educazione del popolo, bisogna con molta semplicità occuparsi di diffondere il più rapidamente possibile nel popolo stesso la capacità di leggere e scrivere e il desiderio della lettura. 2) Siccome un buon libro è quello che sviluppa straordinariamente il desiderio di leggere, bisogna darsi preferibilmente da fare per fornire al popolo una lettura quanto più è possibile piacevole e divertente.