173 l’egoismo fino all’autoadorazione e in pari tempo una rabbiosa disistima di se stesso. E sempre la stessa sete di verità e di attività, sempre lo stesso eterno fatale non c’ è niente da fare ! Per ira e quasi per scherno, Pecorin si getta in una attività selvaggia, strana, che lo porta a una stupida ridicola inutile morte. Tutto ciò è verità, si ripetè veramente nella nostra vita. Apparve più tardi la maschera ridente di Gogol con la terribile potenza del suo riso, una potenza quale non era stata ancora espressa mai con tanta forza in nessuno, in nessun luogo, in nessuna letteratura da quando esiste il mondo. Ed ecco, dopo questo riso, Gogol muore davanti a noi, carnefice di se stesso,nell’impotenza di creare e definire con precisione un ideale di cui possa non ridere. Ma il tempo va avanti e l’ultimo punto della nostra coscienza è raggiunto. Rudin (1) e l’Amleto della provincia di Scigrov (2) non ridono più della propria attività e delle proprie convinzioni : essi hanno una fede e questa fede li salva. Essi ridono soltanto qualche volta di se stessi, essi non sanno ancora rispettare se stessi, ma non sono quasi più egoisti. Hanno già sofferto molto disinteressatamente... Oggi sono passati anche i Rudin... — Ma scusate! esclama il dotto giornale, ma dove è qui la caratteristica nazionale?(3) (1) Eroe del romanzo omonimo di Turgheniev. N. d. T. (2) Eroe del racconto omonimo di Turgheniev. N. d. T. (B) Nel testo « narodnost » che secondo il lessico potrebbe tradursi anche «nazionalità». N. d. T.