102 ancora di più, perchè, nemmeno a farlo apposta, siamo costretti a prendere come oggetto della nostra analisi proprio il primo racconto « Mascia » che, bisogna confessarlo, è forse il più debole fra tutti i racconti dell’ autore. Ma è che il sig. — bov, proprio nell’analisi di questo racconto si è pronunciato con maggiore ampiezza su quel lato sul quale noi vogliamo richiamare 1’ attenzione dei nostri lettori. S’intende che noi non abbiamo l’intenzione di analizzare tutte le convinzioni del sig. — bov, sebbene il sig. — bov, secondo noi, meriti una minuta analisi. In molte cose noi non siamo per nulla d’ accordo con lui, siamo anzi addi rittura suoi avversari, ma il solo fatto, che egli ha costretto il pubblico a leggerlo, e che gli articoli critici del «Contemporaneo», da quando vi collabora il sig. — bov, sono sfogliati prima degli altri, mentre di solito quasi nessuno legge gli articoli critici, già soltanto questo testimonia chiaramente dell’ ingegno letterario del sig. — bov. Nel suo ingegno c’è la forza che proviene dalla convinzione. Il sig. — bov non è tanto critico quanto pubblicista. Il principio fondamentale delle sue convinzioni è giusto ed attira la simpatia del pubblico, ma le idee, con cui esso è espresso sono spesso paradossali e si distinguono per un difetto molto importante: l’astrattezza (1). Il sig. —bov è un teorico, qualche volta anche un sognatore e (1) Il testo dice : « Kabinetnost », idee cioè da gabinetto, fuori della pratica.