— 141 — PERCHÈ TANTO ARARE? Quanto è fortunata la terra! Prova due volte solo in un anno dell’aratro il tormento: d’autunno e primavera. Poi matura in silenzio il seme e da mille benedizioni e pane. Calpesta me senza posa la vita con buoi, aratro, legno, ferro e vapore ara, soltanto ara, ogni minuto, ogni ora, ed i solchi sul suolo si staccano dell’anima mia continuamente e non si rimarginan mai. Ma cade talvolta sulle tristi ferite un celeste splendido seme dall’alto, e un piccolo cantuccio trovasi sulla mia terra, che lo accoglie e teneramente lo cela, il resto rimane terreno trito ed incolto. E quel piccolo cantuccio eccolo in fiore: viene passeggiando della gente e dice: « Guarda, un fiore — cogliamolo ». E colgono il fiore. Ma perchè, o Dio, dimmi, tanto arare per pochi fiori, sì presto sfiorenti. f