— 60 - SUL LAGO DELL’ANIMA TUA Dimmi vuoi vedere della tua anima il lago? Dammi la mano, tienti a me stretta, attraverso nebbie discenderemo e nubi dense, o donna, che vuoi vedere. Dammi la mano, non staccarti per nulla, se precipiti sola, la pazzia t’attende, e se mi guardi, più non vedrai. Pazzo e cieco, questa la sorte, di chi tra soffici nebbie ruina e nubi, o di chi guarda negli occhi. Attraverso nebbie scendiamo e nubi dense giù verso lo specchio del lago, che tersa l’immagine dell’anima tua riflette, e che ondeggiando ogni carne divora. Si sperdon le nubi, dileguan le nebbie, scendiamo. È già azzurro il cielo. Eccoci giunti, e tu sei meraviglioso lago; il lago dell’anima tua, che arde di luce eterna, e ad un tempo, senz’ombra, aurei splendono entro il sole, la luna e le stelle. Guarda, eccoci qui, ti sono appresso, no, non temere. Ascolta la musica solo dei raggi, ed immota lo sguardo, chinati a fior del lago. Ahi! Si è rivolto su me il tuo sguardo: e tutto ormai è finito. L’abisso del lago si è mosso, sommuovono il fondo code mostruose, si destano i mostri e il sole, la luna, le stelle e gli occhi tuoi divorano.