VENETO 39 BRESSANONE Città dell’alto Adige, già sede di vescovado. Il diritto di zecca fu concesso al Vescovo Enrico III dall’imperatore Federico I con diploma del 16 settembre 1179. Secondo alcuni, i Vescovi avrebbero battuto monete molto prima del diritto concesso da Federico, e si attribuirebbero loro uua serie di pezzi su cui è rappresentato l’agnello pasquale, diventato più tardi insegna del vescovado e poi anche della città. A Bressanone, secondo Busson, i Vescovi non avrebbero esercitato il diritto di zecca durante il medio evo. Le monete dei Vescovi di Bressanone sono state battute nella zecca di Salisburgo. VESCOVI ANONIMI ( SECOLI Xn-XIT) T. IV, 1. 1. Denaro largo. I? Leggenda illeggibile. Rozzo busto di fronte, mitrato, con pastorale nella destra e libro nella sin.; c. rig. 9 Leggenda, c. sopra. Agnello pasquale a sin. con croce; c. rig. Al D. 25; p.gr. 0,96. C» SM Questo denaro 6 da taluni attribuito al Vescovo Poppo o Popone (1039-1046). IV, 2. 2. Denaro. 1? ^ Leggenda illeggibile. Mezza figura rozza con croce nella destra e vessillo nella sin. ; c. lin. R Agnello pasquale a destra, con croce; c. rig. Al D. 19; p. gr. 1,07. C» SM 3. Id. 19 Leggenda e figura, c. prec.; 2 c. lin. R Tutto c. sopra. Al D. 16; p. gr. 0,65. Ca SM 4. Denarobracteato. 1? Agnello pasquale a sin, con croce; c. lin. grosso. R II F incusso. Al D. 18; p. gr. 0,71. C3 SM.