- 97 - ANTICHE PAROLE Vorrei, freschi, mandarti bocciuoli di parole, or ora [sbocciati, come velluto carezzevoli, cari e fragranti; sussurrando ti direbbero nel sonno, che teco la notte ho sognato. Ed antiche, eterne parole, che nel profondo serbo del [cuore, come dei dì festivi un gioiello, nel chiuso astuccio, e che mai non ho ancora portato, ma che prendo [fuori talvolta nella quieta notte priva di stelle, quando nel buio guizzano d’angeli schiere e il mio labbro sussurra pavido e sommesso, così ch’io non possa sentire: diletto mio.... mio dolce signore. 7. — G. Sirola, Amore e dolore di terra magiara.