ADY ENDRE Andrea Ady, nato nel 1877 morto nel 1919, è il più grande lirico moderno magiaro. Figlio dell’Oriente lontano, serba ancora nell'anima il ricordo delle lande sterminate e misteriose dell’Asia, ma l’Occidente lo ha già fatto suo, ammaliandolo con la sua cultura, col bene e col male. Lirica originale, ardita nelle immagini, che si susseguono disordinate, pure acquistando nuova bellezza dalla loro apparente disarmonia. Lirica che non ha quasi legame col passato, e che è un continuo colloquio, spesso violento, tra il poeta e il suo destino e quello del suo popolo. Lirica talvolta profondamente religiosa, dove aspra ferve la lotta tra il poeta e Dio, ch’egli cerca, non con la calma e la serenità del pensatore, ma con l’apgoscia di chi vuole amare e credere e tuttavia tentenna continuamente e teme d’essere travolto dall’odio e dal male. Egli assomiglia all’uccello della tempesta, il quale dall’alto del cielo, mentre già verso l’orizzonte dense e fosche nubi s’accavallano, lancia l’annunzio della tempesta imminente, che, rapida, improvvisa, travolgerà nel turbine anche il suo cantore. Così la tragedia della nazione magiara nel 1919 diventa anche la tragedia del suo più grande poeta.