rati i di.sogni di Venezia, quale era al tempo del Sabellico, volendo face un confronto coi suoi tempi. Il Selva moriva il 22 gennaio 1810 improvvisamente, mentre passeggiava sulla riva degli Schiavoni presso S. Zaccaria, in compagnia dello scalpellino Domenico Fadiga. Cosi ricorda il Cicogna. Nell' anno 1828 il Selva ebbe un monumento all’ Accademia. Il busto venne fatto da Giacomo Martini, membro dell' Accademia e la [»arte ornamentale fu eseguita da Giacomo Spiera. 11 nome di Giuseppe Soli si lega alla trasformazione subita dalla Piazza S. Marco, dalla l>arte dove s’ergeva S. Giininiauo. Il Soli nacque a Vignola nel modenese nel 1842, e mori a Modena nel 1823. Non si deve però al Soli il fatto della demolizione della chiesa, mentre fu chiamato a Venezia dal governo italico, doj)o che la chiesa era sparita, per suggestione secondo il De Boni, di un architetto veneziano. 11 Soli drizzò la fabbrica del palazzo reale, di cui il Selvatico loda specialmente l'interno scalone, censurando però l'attico tropj»o alto della facciata, che rimpicciolisce il secondo ordine. Il Diedo era avverso alla demolizione della chiesa di S. Geminiano. come vedemmo in altro luogo. Il Soli per essere assistito nella nuova fabbrica del palazzo reale chiamò a sè Lorenzo Santi, nato a Siena il 1783 e morto a Venezia il 1830. Disse le sue lodi il Diedo nel 1842.