Signore e Signori, Sebbene la vostra squisita cortesia mi dia ampio affidamento di una benevola accoglienza, non è senza qualche titubanza che mi accingo a parlarvi di alcune manifestazioni del potere marittimo nella guerra europea; titubanza giustificata dalla considerazione che il mio tema è forse soverchiamente arido e tecnico, e non si presta certamente a quelle che i nostri vecchi chiamavano «le veneri dello stile». Credo perciò mio dovere di prevenirvi schiettamente che la mia non sarà una conferenza nel nobile artistico e letterario significato della parola, ma soltanto una modesta lettura, nella quale esporrò, molto semplicemente, alcune mie considerazioni ed idee sui fatti navali della guerra. Mi auguro, anzi vi auguro di tutto cuore, che il mio discorso non vi riesca troppo lungo