35.» Versatissimo negli antichi autori classici greci e latini, scrisse i poemi Eco, la Nave aerea e molte elegie. Tradusse in latino gli idilli di Teocrito, di Mosco e di Bione, lo Scudo d’E-siodo, 1’ Odissea di Omero, che è ritenuta la più laboriosa e la più stimata delle sue opere. Scrisse episodi, epigrammi in buon numero. Nel 1847 dettò un epicedio per la morte della figlia di Luigi Carrer, e cosi dettava epigrammi per la presa di Sebastopoli, pella pace seguitane, e per molte altre occasioni. Per dare un saggio delle composizioni dello Zamagna, mi piace riprodurre il seguente epigramma da esso scritto nell’ agosto 1843, allorché la prima volta fu attivata a Venezia l'illuminazione a gaz. — Xox veneti veneranda fori monumenta premebat, Candida cum tenebrai lux nova ab urbe fugat, — Apparent Aedes, arti* miracula nostro* Atque vapo l'aio lumine noe te, micant — Suni aia Adriaci pulcherrima gesta leoni* Hoc est fiumani prodiglum ingenti. Questo epigramma veniva tradotto in versi italiani da Filippo Scolari. Le poesie dello Zamagna furono stampate a Venezia sotto il titolo : Mathaei Aloysii e Zamagna pati'icii Rhau-cinii, Carmina meditata et extemporanea, Venetiis 1859. Ricorderemo qui Federico Federigo compositore di versi. Nato a Venezia nell' anno 1806 dall’ avv. Pietro Federigo e dalla signora Elena 23