dalla natura «tessa, riceveva dopo la metà del secolo deeimonono, un co1|h> mortale dalle nuove invenzioni, ma specialmente dalla fotografìa. Perciò l’arte dell’incisione venne sempre decadendo, dovendo sostenere una concorrenza impossibile a vincersi. Al chiudersi del settecento e all’aprirsi dell'ottocento i più bei nomi dogli incisori bisognava venirli trovare a Venezia. Bartolozzi Francesco era nato a Firenze nel 173», ma nella sua giovine età, cioè» di 19 anni, veuiie a Venezia a farsi scolare di Giuseppe Wagner (dal Moschini chiamato Francesco) morto a Venezin nel 1780. Il Bartolozzi visse molto in Inghilterra e mori a Lisbona nel 1813. Fece un numero grande d'incisioni, alcune delle quali sono citate dal De Boni, e in genere tra tu') soggetti sacri, favole, caricature, paesaggi, ritratti. Nota il Monchini nella sua inedita ed incompleta storia dell'incisione che il Bartolozzi dovette al Wagner la franchezza del maneggio del bulino e che era eccellente specialmente nelle vignette, e che un libro che ne avesse avuta una sola, veniva ricercatissimo da chi aveva snisto artistico. Il Bartolozzi in Venezia ebbe allievi fra gli altri. Teodoro Viaro nato in Brasano nel 1740. Il Viaro fu dapprima scolaro di Marco Pitteri. poi del Bartolozzi. Incise delle toste capricciose del Piazzetta, che era ai suoi tempi pittore di