II!» forma scuola a si* e sarà vario per qualunque il volerlo imitare. Chiuderemo finalmente, con un nome sim-l»atico, per il suo caldo amor patrio : con Jacopo Vincenzo Foscarini. Non arrivò egli al-1'altezza dei suoi coetanei, ma fu un verseggiatore di grande fecondità e talvolta di effetto. Poetò molto in italiano e molto in vernacolo. Bisogna confessare che è 1' unico poeta vernacolo che dalla sua lira abbia veramente fatto vibrare la corda del sentimento della patria. Il Foscarini nacque in Venezia nel 1785 da Giacomo e da Felicita Cicogna, ambi patrizi ; mori a Baiò nel 180-1. Poeta improvvisatore felicissimo fino dalla sua gioventù, scrisse innumerevoli anacreontiche, capitoli, si in vernacolo che in italiano, basti dire che di soli nonetti ne compose, se vero è quanto mi si disse, 1' enorme cifra di tremila. Il Foscarini fu vice-direttore al Museo Correr, e ]>er qualche tempo fu anche assessore al Municipio di Venezia. Non molte furono le poesie da esso pubblicate in relazione alla quantità da esso dettate, le quali in parte si conservano al Museo Correr, ed altre, secondo informazioni avute, presso persona, su quel di Mirano. Il Foscarini stampò dei sonetti in dialetto veneziano in Padova nel 1825, altri per nozze Priuli Bon, altri inserì nei periodici cittadini. Il Foscarini in un sonetto, fa cosi il proprio ritratto morale :