!U specialmente delle lapidi delle chiese atterrate 0 rivolte ad altri usi come osserva il Fulin, imperocché il Cicogna, a questo lavoro dedicò 1 suoi ultimi cinquaut' anni della sua vita, formandosi inoltre una biblioteca di quarantamila volumi e quattromila manoscritti. Il Cicogna raccolse diarii e memorie, su scrittori, generali, donne illustri, sul commercio, industria, corporazioni, feste e costumi ; non essendo permesso ai suoi tempi 1’ accesso all’ Archivio di Stato, raccoglieva dai privati parti, capitolari, statuti, dispacci, documenti diplomatici ecc. Alcuni dei quali documenti poi non esistevano nemmeno all’ Archivio ; così narra il Fulin, il quale prosegue dicendo che il Cicogna notava tutto in indici o in piccoli pezzi di carta in serie alfabetici in centoquarantasette custodie. Per tema che tanta preziosi» suppellettile andasse perduta il Cicogna prima di morire la donava al Comune a differenza di Leopoldo Cicognara che la propria biblioteca vendette al papa leeone XII. Però il Comune di Venezia volle per tal fatto mostrare la sua gratitudine, e le sorelle del Cicogna ebbero una pensione vitalizia. Sorprende che il Cicogna abbia potuto raccogliere tanta massa di libri e manoscritti, mentre viveva dei limitatissimi mezzi che gli offriva il suo sti-jiendio. Un lavoro, che non ho veduto ricordato dai lodatori del Cicogna sono i suoi diarii mano-