101 h Melchior Cesarotti. Di sentimenti antiausiriaci non volle mai [»restar allo straniero, servizio, dedicando invece la stia opera al Comune, agli istituti pii ed agli studii. Una prova di questi suoi sentimenti la ai ha, da un aneddoto che trovo ricordato dal Cicogna, e che jcirrni non privo di interesse. Kra l'anno 1821, anno celebre per la congiura contro la dominazione straniera, dei carbonari, ed il Sagredo andato a visitare la tomba del Petrarca ad Arquà, segnò sul libro dei visitatori, il principio della canzone del Petrarca: Italia, Italia benché fi ¡tarlar già i tiri ai •no, e marcò specialmente, ben proreirte natura al nastro Stato, quando dall' Alpe schermo Itone fra noi, e la tedesca rabbia ecc. ecc., quindi si firmò nome e cognome. Tornò altra volta alla famosa casa del gran [>oeta, e scrisse sotto a quanto avea già scritte), confermo quanto sopra, senza firma. 11 Delegato di Udine barone Torresani, andò anch'esso ad Arquà, vide e lesse i versi ilei Sagredo, e da zelante austriaco, staccò dal libro la carta incriminata, la mandò al Commissario distrettuale, onde la rassegnasse alla polizia di Venezia, e si procedesse contro il Sagredo come ril>elle di stato. Il Torresani a pranzo del consigliere Kenier a Padova, narrò il fatto come una novelletta. ma Metro Zorzi, presente al racconto, balzò dal Commissario per impedire che la