478 passione allo studio della lingua, così che il padre Antonio Cesari diceva che pochissimi conosceva, che la superassero. Il marito che in matura età avea sposato la giovanissima Teresa, andò sempre in lei coltivando l'amore pelle belle lettere, che già possedeva, sinché essa ne diede frutti saporiti e durevoli. Morì in Venezia nel 18 ottobre 1808 ed ebbe lodi della Pavia Gentilorao Forti. Di egregia fattura sono i versi della Vordoni la quale nei suoi sermoni e capitoli prosegue ed imita il sapore ed il gusto gozziano. Alcuni suoi versi furono stampati a Padova nel 1824 dalla tipografia della Minerva preceduti da un bellissimo suo ritratto, di Natale Schiavoni. Un suo Canto di Saffo meno noto di altri suoi versi, è giudicato stupenda opera di poesia elegiaca. Nell' anno 1831 a Pisa sortì una raccolta di versi della nostra autrice, che indirizzo a Benassù Montanari, alla Catterina Bon Bren-zoni, ad Adrianna Renier Tannini, ed a Giacinto Narnias. Tessè un sermone ad Augusto Bon sull’ arte drammatica, inserito nella strenna italiana del 1858. Pubblicò anche alcune ottave intitolate Un pellegrinaggio in Terra Santa, che furono seguite da molte altre composizioni che videro la luce in epoche diverse nei periodici, 1’ A]>e, il Gondoliere, il Pirata, e su alcune strenne. Altra donna che non nacque veneziana, ma che per diverse ragioni bisogna ritenere legata