riflettere, che la costante opinione della propria debolezza, non poteva che accrescerla ; poiché non solo essa rende gli uomini inoperosi, ma non credendosi più in istato d'agire, fa anche col tempo negligere i mezzi, che diverrebbero necessari ]>er mettersi nell'estremo caso, in azione. È quello che precisamente è avvenuto. Venezia a forza di ritenersi debole ed incapace di resistere, non ha trovato in sè stessa nè forza, nè consiglio, ed ha fatto una fine ignominiosa. Il Crotta fu patrono all'arsenale, senatore, prefetto a Brescia, ed ebbe altri uffici in patria. — Fu l'ultimo di sua stirpe, e le sue memorie furono edite dal nipote Francesco Calbo-C rotta. Carlo Antonio Marin ¡«trizio veneto sarà da noi ricordato nella vita di Isabella Teotochi-Albrizzi, di cui fu primo marito, ma qui ne parleremo con più cura. Ne scrissero la biografia Agostino Sagredo, nelle vite raccolte da Kmilio Tipaldo, e Girolamo Dandolo, fu lodato all'Ateneo da Luigi Casari ni. Nacque il Marin il 4 gennaio 1747, in Orzinovi castello del bresciano, del quale aveva il reggimento il padre suo Gio. Battista ; fu desso da poi educato dai chierici regolari somaschi nell Accademia dei Nobili. — Finiti gli studi, percorse la carriera militare, e fu nobile di nave, e sopracomito. Inviato quindi provveditore a Salò, entrava nella magistratura dei