torio Salmini, nato a Venezia nel 1830. Egli cominciò la sua carriera letteraria componendo drammi con Paulo Fambri. Negli ultimi anni era segretario presso la Cassa di Risparmio di Venezia, e dopo lunga malattia morì nel 1880 all’ ospedale. Morì miserabile, e la [tensione all’ ospedale gli era pagata dall’ istituto da cui dipendeva. Poeta di elevatissimo valore, da mettersi Ira i migliori contemporanei italiani, la fortuna non gli arrise. Nel suo paese natale egli non trovò quell' applauso e quella fama, che il suo vero merito avrebbe dovuto giustamente attendersi. Il marmo e il bronzo talora sono lavorati da passioni o da correnti di passioni passeggere, e fugaci. Il vero monumento si è quello che 1' uomo si crea da se colle proprie opere, coi frutti del suo lavoro, del suo pensiero, e Salmini questo monumento se lo fece da sè, Iierchè e le sue poesie liriche e le drammatiche contengono tali pregi che non cadranno mai nel comune oblio. Quanto ai suoi principii di forma letteraria ei chiaro si confessa nel « mio credo » a Pompeo Gherardo Molmenti. Quanto a me tei ridico, io non ho scuola E dal pensier pei regni ampi mi vola I.a strofa audace e libera. Trovo che nel febbraio 1859 il Salmini invocava dal ministero di Vienna che gli venisse accordata la sanatoria degli studii, am-