109 al Bagno nel 1855, e un Addolorata per la moglie. Fino dai suoi primi anni il Natale Sctaia-voni avea provato forte inclinazione per 1’ arte, a dodici anni mostrava la sua valentia nell' incisione. A Venezia frequentò 1' accademia del palazzo Farsetti, studiò disegno, prospettiva, ornato sotto la disciplina «li Francesco Maggiotto. Dal 1798 al 1807 dimorò a Trieste quindi a Milano fino al 1815, incontrando quivi 1’ amicizia dell’ Appiani e dell’ incisore Giuseppe Lunghi. Non cominciò a dipingere ad olio che nel suo quarantacinquesimo anno. Molto fu lodato Giovanni Servi che nel 1822 era alunno pensionato all'Accademia. Lavorò due grandi cartoni : Teseo all'ingresso del Labirinto e un S. Giovanni Evangelista. Nel 1820 condusse un gran quadro ad olio d'invenzione, Attilio Regolo che esce dal tempio di Bellona per tornare a Cartagine. Nel 1835 è lodato da Tommaso Locatelli pel suo quadro storico Niceta e la sua famiglia salvato da un veneziano, alla presa di Costantinopoli. I casi di Jacopo Fosca ri e di Marino Falier, gli diedero soggetto a due altre tele. Da Venezia si recò a lavorare a Milano ; dallo Zanotto fu detto pittore originale di grazia non comune, che seguiva il modo veneto di colorire. Gaetano Astolfoni membro dell'Accademia, esponeva nel 1819 una Maddalena, nel 1821 delle copie apprezzate, nel 1822 una copia d'ai-