402 Non voglio terminare ciò che riguarda il Buratti senza valermi di alcune particolarità curiose riguardo alle vicende toccategli in causa delle sue satire, e che sono registrate da liina-nuele ('icogna nei suoi dia rii, e per ciò degnissime di tede. La prima originò pella sua famosa canzone, o ricorso al Prefetto di Venezia all' e-poca del blocco di questa città. La canzone egli la lesse in un banchetto dove trovavasi presente lo stesso Prefetto, che nell’ atto stesso che la lodava come di facile e bello stile, pregava F autore a non farne uso ed a non prodigarla. Buratti invece assediato dai suoi amici, e forse avendone più egli desiderio di darla fuori, che gli altri di leggerla, la diede al terzo e al quarto. Pochi giorni dopo 1’ ufficiale di mare Pasqualigo diede pranzo a molti dei suoi, e fra i bicchieri si venne a ragionare di questa canzone. Tale s" accese il fuoco fra i due parliti che fu conchiuso, d' aver ricorso al (¡ene-rale Seras, o di lar riscuotere al Poeta una dose di bastonate. Fu preso il primo espediente, e il Governatore militare Seras che aveva qualche rancore col Prefetto, 1‘ 11 Gennaio 1814 faceva arrestare il povero Buratti, che non fu messo in libertà che agli ultimi ili Febbraio. Alcuni zelanti poi si erano presa la briga di tradurre la canzone in francese e di spedirla al Viceré. Altri disgustosi trattamenti dovette subire il Buratti per la sua ElefnntcMe, che celebrava