177 Noteremo altresì un cosi detto collodio Falloppiano, istituito a Venezia nella bottega da caffi- del Gobbo in calle dei Fuseri, uel 17\n, poi passato in una privata abitazione. Ogni socio dovea esser chiamato, dal nome di un fiore, di un erba, di una pianta. Il Collegio coltivava la poesia seria e bernesca, di cui fu stampato un saggio nel 182-1, e in appresso diede alla luce altre due pubblicazioni. La società visse, riformata lino ai nostri giorni, col solo scopo del piacevole ritrovo e del giuoco. 11 fondatore della società, si diè il nome di dottor Fai loppa, alludendo alle falloppe o ]wn-zane o favole che correvano per quei giorni di mutamenti politici, a Venezia, e falloppiani furono detti i socii. Ogni tre mesi, si rinnovava la direzione, o come dicevasi la Banca, e ili quella occasione si dava un desinare, e si recitavano delle poesie, che venivano raccolte, e dello ((itali si scrisse, che ve n'erano tre buoni volumi. Il Michele Battaggia ricorda l'abate Antonio Traversi provveditore del Liceo convitto a santa Catterina, che nel 1808 istituiva una accademia che durò solo due anni, composta di giovani, che tenevano sessione, il giovedì. Si ricorda pure l'abate Giovanni Piva che nell'anno 1811 istituiva una accademia di giovanetti chiamati gli Invulneiribili durata fino all'anno 1818, in cui mori il Piva, elogiato da P. A. Paravia, 12