424 forse meno lunghi o meno tristi sar ebbero stati per Venezia i giorni di lutto, se tutti i patrizii come il Foscarini avessero nel loro seno nutrito generosi propositi ! Eco faceva al nostro Foscarini un popolano, Toni Pasini che cosi cantava bonariamente in una sua canzone del 26 marzo 1818 : NtcoloU e cistriani De sentir più no se ga Senio luti veneziani Tuti tloi de stà città. E San Marco benedeto Sempre più el benedirà El so popolo dlleto Che 1' ba sempre renerà. Dal Foscarini e dal Xalin ai giorni nostri la musa veneziana si è resa quasi silenziosa, pochi nomi si sono fatti conoscere, sui quali secondo la nostra massima di non voler parlar •lei viventi, non pronunzieremo giudizio. Ricorderò G. B. Olivo, conosciuto sotto il nome di Canocia. Morì a Venezia di 63 anni. Scriveva pei giornali e stampò una raccolta di versi in dialetto nel 1886. È facile e spontaneo, ma il dialetto è ben lungi dalla purezza dei grandi maestri, ed è anzi affettatamente trasandato scurrile e volgare. Morì nel dicembre 1899 Luigi Canavese, segretario di Chirignago non ancora cinquantenne. I-asciò un grosso volume di poesie veneziane stampate a Treviso nel 1898. Tentò imitare in