e nella raccolta del Gamba, uscita più lardi, trovò posto per la prima volta la fantastica novella del Rrigtiadoro. 11 Gritti morì nell’anno 1811 e il suo biografo scrive : che egli spende-va più mesi a ritoccare quell' apologo che aveva forse in jtochi istanti dettato: quanto al suo carattere si racconta, che molto raccoglieva dagli altri, ma che poco dava del proprio e che recitava i suoi apologhi con faccia iin[>er-turbabile. Elogiare i suoi apologhi, sarebbe compito a noi superiore. Spirito sempre line, corretto, satira acuta, dialetto puro e gentile, assenza completa di scurrilità basse e volgari, sono tutti pregi che adornano le poesie del Gritti, che saranno sempre care e lodate da quanti hanno affetto al buon gusto, alla venustà della forma e dei pensieri. Non tornerebbe qui il citare qualche brano, che tutte le sue jioesie son troppo note e i |>ezzi suoi salienti vennero più volte citati dai suoi lodatori e da coloro che s’ occuparono del veneto dialetto. Per completare quanto si riferisce al Gritti ricorderò che nell'anno 1807. venne pubblicata un' altra sua favola fino allora restata inedita, dal titolo : Le giozze d’ Oro. Un altro autore che scrisse egregiamente nel dialetto veneziano fu Giovanni Mazzolà medico padovano, morto a Padova nel 1804. Egli va celebre per i cinquecento sonetti che scrisse in