dulie generazioni, ricevono da essa, forma duratura. A tale oiHcio rispondono quasi tutte le forme poetiche, dalla lirica e dalla satira alla epopeja ed alla drammatica. Queste poetiche manifestazioni vengono dettate per lo più, nella lingua accetta alla classe letteraria più alta, e solo avviene per eccezione che, soggetti per lo più popolari, possono essere svolti dagli originarii dialetti, i quali altro in fine non sono che il vergine linguaggio, insegnato dalla natura. Venezia oltre che avere, come era del resto naturale, coltivata la lingua italiana, tenne sempre in grandissimo onore il proprio dialetto, che, per 1' altezza alla quale era giunto, per la stima in cui era tenuto, e {ter la facilità citila quale veniva compreso non solo dai popoli italici ma dai sudditi popoli greci e slavoni, non a un [tarlare del volgo poteasi dire paragonato, bensì ad una propria e vera lingua. Perciò non lo sdegnavano sulla politica tribuna, i repubblicani consessi, nè nelle pubbliche arringhe nelle cause presso i tribunali gli avvocati ; e comune era suo uso in tutte le classi sociali, mentre valentissimi cultori trovava esso in Venezia nella letteratura in ogni tempo, ma in ispecie nel decimo ottavo secolo. I)i quest’ epoca non citeremo il laido ma potente Giorgio Baffo : ricorderemo con onore