MIO L' arte «la umili principii, sale art epoche di splendore, decade (piasi all* annientamento, ma si risveglia e si rinnova più bella più potente di prima. Non evochiamo esempli ; ci basta ricordare Venezia nostra, dove avviene il più sublime assorellameli^) della natura e deli’ arte. Non vogliamo descrivere i monumenti che restano, non i sontuosi templi, non le immani fabbriche pubbliche e private ; non accenneremo alla nostra pittura veneziana ricca, varia, degna emula della pittura delle altre scuole d'Italia, non ripeterò nomi che corrono sulle bocche di tinti : basti affermare una cosa sola, che 1’ arte fu a Venezia grande in tutte le sue manifestazioni, e ancora alla metà deli’ ultimo secolo quantunque lo stato della città e la floridezza sua non fossero paragonabili, a quelli dei tempi più fortunati, pure Venezia annoverava ancora nel suo seno artisti degni d' encomio, od alcuui, eminenti. All" istante della caduta della republica però l’arte si può dire fosse in Venezia in un jieri odo di dejezione. Travolti dal tempo erano apariti ornai il Liberi, il Lazzarini, il Piazzetta, il Tiepolo, il (Canaletto, il Guardi, la Carriera, e jer essi si era chiusa degnamente la vita dell' arte nel settecento. L'attenzione pubblica limitavasi allora sol-