avea parlato di Natalo Schiavoni, Nicolò Barozzi, nello Spettatore di Firenze. Il libro del Serna-giotto è abbondante di particolari molto eruditi, e copioso di osservazioni, improntato a franchezza di sensi e di parole. Il Sernagiotto non si limita a far cenno doi suoi artisti, come è detto anche nel titolo, ma contempla le vite, le opere, i tem[)i loro, e descrive Venezia sotto 1* as|»etto artistico letterario e politico. Ci limiteremo jier tanto a dire che Natale Schiavoni scopriva e salvava la tela dell’ Assunta del Tiziano ; e che nei suoi primi anni fu anche valente incisore, specialmente nella Maddalena, e nell’ Assunta. Dopo questi lavori si dedicò esclusivamente alla pittura, special mente scegliendo a trattare le donne. Studiò i bei tipi di donne veneziane e ne fece delle Veneri e delle Maddalene. Dicesi il suo nudo non fosse turpe, peni le sue donne molto seducenti. Studiò il vero ed imitò la natura, e riuscì nel disegno, nella espressione, nel colorito specialmente delle carni. Perciò fu detto il pittor delle Grazie. Trattò il disegno a penna, e la miniatura sopra avorio. Primo suo tipo di femmina che dipinse pello Czar fu una Kbe, da quella condusse ben tremila tele di donne, facendone il più gran numero dal 1828. al 1835. Altri suoi quadri furono, il Bario d’ Amore e Psiche, Santa Cecilia, Io. Santa famiglia, la pala dell' Assunta ed altri. Ultimo suo quadro fu il giudizio di Paride, e la riproduzione della Ninfa