I* 24 Quaranta, essendo anche capo dei consigli civili c dei criminali, tacendo iter ciò solo, parte della Signoria. Nella Quarantia copriva l'ullicio di contradditore, che era un ufficio analogo a quello dei procuratori dell'accusa, 111 appoggio alle sentenze di prima istanza, nell’ interesse dello stato. Dopo un periodo di tredici anni nella magistratura giudicaste, tornò nell'amministrazione, e fu sjKHlito a reggere Itaca e Cefalonia, facendosi molto onoro, o recando ogni possibile vantaggio a quei paesi : e là si trovava al momento della caduta del suo governo. Da quell’ istante non volle aver alcuna ingerenza nei governi che si successero, ed accettò solo dal governo italico l’ullicio di direttore dogli Archivii, olii— ciò che copri per primo, e che disimpegno lino ¡dia sua morte avvenuta ncU'anno 1815 ai 20 d’aprile. — Caratteristica di questo egregio j>a-trizio si fu, che sempre in cigni circostanza della vita, sia come uomo privato, che come uomo pubblico, ebbe sempre per compagno lo studio, nel quale trovò sempre largo conforto. Quantunque secondo il Dandolo, le penne del Marin mai reggessero all’arditezza dei voli poetici, pure esso scrisse alcuni idilii da noi ricordati in altra parte, e versi e drammi e tragedie. Fu autore di un cauto del poema Esoj>o, del quale tre socii sibillionisti avevano composto ire