rispetto ad altri Stati con dominio territoriale sullo stesso mare. E l’ammiraglio ci avverte che «costituiscono tale potere la configurazione geografica, l’estensione delle coste con frequenza di buoni porti e piazze marittime dì importanza strategica, le popolazioni marinare del litorale in riguardo del numero, come dell’attività ed intraprendenza sul mare, lo sviluppo delle industrie navali, e la potenza del naviglio militare, per valore degli equipaggi e perfezione delle navi». «Preponderanza e dominio sul mare, latente la prima in tempo di pace, ed agente il secondo in tempo di guerra, possono essere assolali, costanti e mondiali, per la facoltà dello Stato di raccogliere ad ogni grave evento, in qualsiasi mare del mondo, una forza navale uguale o superiore a quella degli Stati ivi dominanti; oppure temporanei e locali, per una superiorità di forza navale in certe speciali circostanze di tempo e di luogo; ed infine eventuali e momentanei, per concorso di propizie circostanze, od abilità a crearle e servirsene contro un avversario più potente per superiorità di foi’za navale».