forzate l’Albania e raccolti nei possessi ereditari del Dibrano altri armati, si faceva consegnare la cittadella di Cruja dal Governatore Sabel pascià a mezzo dell’ottenuto firmano. Riunita ad Alessio la « Lega dei popoli albanesi », lo Skanderbeg, die ne era proclamato il capo, iniziava la serie delle sue campagne contro gli ottomani. Le epiche battaglie sostenute e vinte da Skanderbeg a Torviolo ed a Otonetta, nel Dibrano, ebbero ognora un seguito sempre più brillante e favorevole. La nuova spedizione turca condotta da Mustafà pascià fu un nuovo insuccesso. Lo stesso pascià fu fatto prigioniero presso Orosci (1447). Ma Murad II, che frattanto aveva ripreso il Governo, per breve tempo abban- Nelle vie di Valona Donne musulmane con il tradizionale velo nero (garsaf) donato, decideva di condurre in Albania una notevole azione. Con un esercito, dicesi di 140.000 uomini, ne otteneva la resa dopo lungo assedio, concedendo alla guarnigione libertà di raggiungere le truppe di Skanderbeg. Murad II, ottenuto questo successo al caro prezzo di circa 30.000 uomini e impadronitosi anche di Berat, tornava ad Adrianopoli, lasciando a Stetigrad una guarnigione turca (1449). L’anno seguente, rinnovando la sua tattica di guerriglia già usata durante l’assedio di Stetigrad, Giorgio Castriota riusciva ancora a costringere Murad II ad abbandonare l’assedio di Cruja durato cinque mesi ed in- Donna musulmana velata trapreso al fine di colpire al cuore la resistenza albanese. A queste, altre campagne di sempre più brillanti successi seguirono, nè mai mancò allo Skanderbeg il benevolo soccorso di Venezia e della casa Aragonese di Napoli, verso cui egli volle pagare il debito di riconoscenza precedentemente contratto. Alla morte di Alfonso V, la successione era disputata al figlio Ferdinando da Giovanni d’Angiò per il quale parteggiavano numerosi ba-