TIRANA, dicembre. Anche in Albania, come in ogni altro paese del mondo, vi sono dei fascisti i quali sommano qui a circa trecento e svolgono tra gli italiani lodevole opera di coesione e di assistenza. Le loro sedi a Tirana, a Scutari, a Durazzo, a Valona — dotate di piccole biblioteche, di giornali, di biliardo, qualcuna anche di buffet, sono frequentate assiduamente dagli iscritti e pur nella loro modestia rappresentano dei punti di ritrovo simpaticissimi. Impressioni e rilievi Ovunque sono stato ho avuto frequenti contatti con rappresentanti ufficiali del nostro Paese e con camerati affabilissimi, tra cui mi piace di ricordare il colonnello Alberto Pariani, nostro addetto militare in Albania, il gr. uff. ing. Luigi Sottili, consulente tecnico della Legazione italiana, commissario governativo per le opere in corso e segretario del fascio di Tirana, il console di Durazzo avv. Nino Gobbi, il vice console di Scutari dott. Gulli, il rag. Ugo Viali di Roma — guida sapiente e cortese — il col. cav. Francesco Giordano, corrispondente del Popolo d’Italia, i quali mi furono larghi di attenzioni e di notizie. ' Tutti i fascisti sono del resto laboriosi, sobri, rispettosissimi della Nazione che li ospita e fanno onore allTtalia. Girando per l’Albania si ha come un senso di scoramento. Strade impossibili, uomini vaganti pieni di sudiciume e di stracci, gente in contemplazione per ogni dove, forzatamente oziosa e parassita, denutrita, tubercolotica, malarica. Oltre alla terra e prima della terra bisogna bonificare gli uomini, cosa che, volendo e disponendo dei mezzi necessari, può benissimo farsi come è dimostrato dall’esercito albanese ancora in via di formazione che a detta degli ufficiali con i quali ho parlato, dà dei soldati eccellenti sotto ogni punto di vista. ~ 21 ~