buona percentuale di potassa e di anidride fosforica. Per tali caratteristiche può annoverarsi fra i terreni ottimi. Vi prosperano perciò tutte le colture comunemente praticate in Italia, dalle graminacee alle leguminose, dalle viti ai frutteti. Il terreno è tutto pianeggiante, fatta eccezione di una cinquantina di ettari in collina e di circa trecento in monte a forte pendenza, ove prospera un bellissimo bosco di quercie. All’atto della presa di possesso tutti i terreni erano tenuti a pascolo. Solo vicino alle abitazioni indigene (quasi tutte fatte in tronchi con intreccio di ramaglia intonacata di fango e tetto in canne palustri) vi erano piccoli campicelli coltivati a granoturco e tabacco necessari ai bisogni della famiglia colonica. Tutto il resto era coperto di fitta boscaglia formata di arbusti e ceppaie di piòppi, olmi, frassini, quercie e Azienda della « E.I.A.A. » di Shijak. Dissodamento dei terreni con trattrici Alfa-Romeo carpini. Dovunque pozzanghere ed acqua stagnante per la mancanza di fossi di scolo e per il lento ma continuo interramento dell’alveo del torrente Tona, naturale canale di deflusso delle acque dell’Azienda. Le attività svolte dall’Azienda furono: 1. Disboscamento di circa 600 ettari di terreno. 2. Dissodamento e messa a coltura, parte in economia, parte a colonia parziaria, con l’elemento locale, di circa 350 ettari di terreno. 3. Riattamento, con costruzione di pilastri in cotto e tetti in tegole di una ventina di case indigene. 4. Costruzione di 4 caseggiati per coloni italiani formati di una ampia cucina, tre camere di abitazione, stalle per otto capi grossi, fienile e portico per ricovero di macchine agricole. 5. Costruzione di una stalla per trenta capi grossi con portico e locali di servizio ed abitazione per il personale. 6. Ampia officina dotata di perfetto macchinario per la ripara- ~ 41 ~