grafie che riproduco — ha pure avuta l’approvazione di S. E. Mussolini, Capo del Governo italiano e Duce del Fascismo. Esso fu eseguito sotto la tutela del Ministro Aloisi che volle il Bra-sini architetto per l’Alhania. Il Brasini si è recato spesse volte a Tirana e fu in più riprese ricevuto da S. M. Zog il quale si compiacque di esprimergli la propria soddisfazione, accettando nel contempo il piano regolatore di Durazzo dal medesimo Brasini apprestato. Se il progetto sarà realizzato — com’è da credere — la capitale albanese avrà nel suo seno un notevole angolo di romanità, senza essere alterata nel suo spiccato carattere orientale. * * Come per i lavori nel porto di Durazzo, anche per tutte le altre opere in corso sono impiegati operai albanesi, diretti da ingegneri e da assistenti italiani. Non tutti i medesimi operai sono buoni. Parecchi di essi non lavorano nè intendono lavorare più di quanto basti alla loro grama esistenza, priva d’ogni umana dignità e di ogni pretesa. Avviene così che dei muratori addetti, ad esempio, alla costruzione della Villa Reale su ricordata, dopo avere riscosso il salario d’una settimana, la settimana susseguente non si fanno vedere, perchè il denaro ricevuto a compenso della propria fatica basta loro per vivere due settimane; oppure che dei terrazzieri adibiti allo scarico ed al trasporto della pietra occorrente ai lavori del porto e provenienti dalla cava di S. Giovanni di Medua, si limitino a due soli viaggi dalla banchina alla nave ancora al largo e viceversa, invece di farne sette od otto, come potrebbero comodamente durante l’orario stabilito, perchè il guadagno di quei due viaggi è sufficiente alla vita di un giorno! Mi si è detto da assistenti e da ingegneri che a tanta pigrizia non sono estranee le condizioni fisiche delle maestranze albanesi, quasi sempre denutrite e spaventosamente ignoranti, e che quando — come avviene per gli operai delle sonde petrolifere dirette dall’ing. Castelletti nelle vicinanze di Valona e come avviene altrove — le medesime maestranze sono convenientemente trattate, sia dal punto di vista morale che da quello alimentare, esse diventano assai migliori, quasi perfette, e sono veramente lodevoli per laboriosità e per disciplina. Ma degli operai albanesi avrò occasione di riparlare, insieme a parecchie altre cose, nella conclusione della mia inchiesta, in un prossimo numero. ~ 82 —