L’albanese ha ben capito in chi doveva avere fiducia ed oggi è interessante veder affluire i commercianti alla banca per effettuare le loro operazioni, non solo, ma per chiedere consiglio; vedere i rozzi contadini dell’interno, dal caratteristico fez bianco e dalle larghe brache, attendere fiduciosi allo sportello per cambiare in valuta nazionale qualche dollaro pescato chissà dove o per versare i propri risparmi. I primi tempi mi hanno detto persone del luogo — essi entravano timorosi e diffidenti, o mandavano forse uno solo di loro, il più scaltro, a cambiare un biglietto contro oro. Ma quando si sono accorti che immediatamente e gentilmente veniva dato il cambio ed hanno visto che anche i pagamenti venivano effettuati in pezzi da 100 franchi oro, con effige del loro capo, Zog, hanno capito che la Banca era loro amica. Ed oggi si vede a Scutari il povero contadino presentarsi tranquillo agli sportelli con un pezzo da 20 franchi perchè sia inviato al figlio soldato a Durazzo od in qualche altra città d’Albania ed andarsene contento ringraziando e benedicendo, certo che il figlio riceverà in breve la piccola somma, senza che si tenti di strappargli, come ima volta, illecite mediazioni o senza che si cerchi di defraudarlo con qualche iperbolico cambio. E mentre la prudenziale concessione di crediti e lo sviluppo dei servizi hanno già giovato alle classi commerciali e sempre più gioveranno loro (soprattutto allorché l’adozione di precise norme giuridiche, ancora mancanti in materia di credito, permetterà una più liberale concessione di fidi) anche le classi non commerciali, e tra esse, forse, particolarmente le più povere, hanno avuto un grande aiuto dall’opera della Banca. Buon numero, infatti, di albanesi emigrati all’estero, in Egitto, in America, in Australia, invia i proprii risparmi in patria. Non è uno dei meriti minori della Banca l’aver saldamente organizzato il mercato dei cambi, eliminando lo sfruttamento dei poveri da parte di alcuni poco onesti agenti di cambio, i quali, profittando della generale ignoranza e della posizione di privilegio in cui essi si trovavano, pagavano in ragione di cambi strozzatori le rimesse degli emigrati alle loro famiglie. Oramai tutti sanno che, recandosi alla Banca, si ha il giusto valore di quanto si porta e gli agenti di cambio, se hanno voluto vivere, hanno dovuto contentarsi di un onesto margine di guadagno. Da agenti provocatori stranieri si è accusata la Banca Nazionale di ~ 100 ~