semplice — nel quale Egli si reca alle sei od alle sette di ogni mattina e nel quale trascorre la sua laboriosa giornata, indugiandovisi spesso fino alla mezzanotte, nell’esame degli affari di Stato di qualsiasi natura. E’ noto, infatti, che Re Zog si occupa personalmente di tutto e che nulla sfugge al suo controllo. Come lo vidi presi la posizione d’attenti e salutai romanamente. Il Sovrano si alzò, mi venne amabilmente incontro sorridendo, si degnò di stendermi la mano e mi invitò a sedere, cosa che feci per ubbidienza, riprendendo poi subito posto, in piedi, di fronte al Re, dal quale mi divideva ora lo scrittoio. Il colonnel- lo Seregi era tra noi, in testa al mobile, e mentre chiariva al Re — che capisce discretamente l’italiano — quanto io gli dicevo, traduceva a me — che non capisco il tedesco — ciò che il Sovrano rispondeva o chiedeva. Colonnello Seregi JJ J^e mj £ Primo Aiutante di Campo di Re Zog apparso uomo forte, deciso, volitivo, colto, intelligentissimo. E’ biondo, colorito, snello. I suoi occhi sono azzurro-scuri, luminosi, indagatori, penetranti. Il suo modo di fare è di una eccezionale signorilità. La sua espressione serena, quasi dolce. — Mandato in Albania — ho detto — da Arnaldo Mussolini, Direttore del Popolo d’Italia, per visitare le opere che vi stanno eseguendo imprese ed istituti italiani e per rendermi conto dello sviluppo del Paese amico, dallo stesso mio Direttore ho avuto il gradito, onorifico incarico di recare a S. M. il saluto augurale e deferente di lui, insieme a quello, non meno rispettoso, del giornale. — Sono molto sensibile — rispose il Sovrano^— al gentile pensiero e ringrazio e ricambio di cuore, non soltanto perchè il signor Mussolini è fratello del Capo del Governo italiano, che stimo un genio e che conosco come grande amico del mio Paese, ma anche perchè il giornale fondato dal Duce che egli dirige, si è sempre mostrato e si mostra al- ¡¡r Guardia