244 PATTI VENETI. 1602 del Cielo , Vn’attroce peflilenza s’introdufle nella viciniilìtm t'Ìa? Triefte , chela dishabitò de’ Popoli, e fece dubitare dello fue fiamme ferpenti. Ne fù interdetto il commercio . Si munirono di guardie tutti i pofìi. Due Proueditori fpedironfi , Francesco Giuftiniani in Capo-diflria j e Nicolò Contarini nella Patria del Friuli ; e fi operò va cu, da tutte le parti in modo, che, aiutatigli humanimezzidal-£!"' f< la diuina pietà, reftò Venetia da quel mortai influirò efente , e nulla tocca - Confolata in tal guifa la Patria nella propria quiete , era^ più felice ancora trà la moderatezza de’ propri) penfieri, La fecero conofcere di quefta coftanza i Popoli deli’Epiro , re-gion della Grecia . Signoreggiati da lei ancora , e pattati poi fotto l’impero barbaro del Turco, comparirono due Vefcoui ai loro Ambafciatori, ed offerirono , con efpoiìtione molto erudita , e diuota , di ritornare al primo Vattallaggio. Poteua quefta più giuftamente chiamarfi reftitutione , che racquifto , e perciò poteua anche il Senato preitarui coru, gran ragione l’orecchio , & efaudire quelle fuppliche ; Ma non auuezzo à mancare di pace , e di fede à ninno , neanche furono baftanti ad ailettaruelo le Prouincie intere, benche da eru-.¡fitti, eifo pofsedute , e dominate ancora . Ringratiò i Vefcoui con grande affetto . Promife loro vna grata raccordanza , e ge-nerofamente regalatili di vn’anello gioiellato, licentiolii, nel poifibile fodisfatti. Occorfe pur’anco poco dopo vn’altra offerta dell’lfola del-v Agufta l’Agufta nella Dalmatia . Non contenta di viuere à Ragufet foggetta , ò perche bramalle vna più confidente tutela, ò per altra cagione , che fù poi chiaramente eiprelfa , andò Gio-uanni Giurinouich à farne l’eshibitione al Generale , Feiippo Pafquaiigo. Occafiòne quella , che per incontrarla, ò ricufarla non era fufficiente la fola autorità, d’vn publico Rapprefentante, egli la partecipò al Gouerno . Ma ne anco in ciò vi fù variatione d’opinioni , trattandofi di operar lealmente . Erano amici i Ragufei . Sia forte , ò debole l amico , gli fi deue conferua-re in ogni modo l’amicitia . Si rifpofe agli Agoilani , come agli Epiroti haueafi rifpoflo ; E fe ne portò il decreto al Generale , perche doueffe amoreuolmente ringratiarli, & °^e" rire loro in ricambio tutto ciò, che, fenza difgiugnere l'Agu-lla da’ fuoi Signori , fi haueffe potuto di ilima , e di affetto paanifeftarle.