libro SECONDO. iti 4. infuna , e qual’ immobile , e fervza contefa . Pochi cali iti_, fcrnma • poche ruine , e poche angofcie farieno fempre quel- 157! le, che fermerebbe la penna, fe ben continuamente fcriueffe , troppo numeroiì, funefti, e varij , e troppo difperfi,e coperti da caligini » e fumi denfiiTimi, lifatdhorrendi, che in tante parti, edin vn tempo iìeffofuccedeuano, per poterli rileuare, ò darli colore, ò figura badante. Si pugnaua, s’incendiaua, li nau-fragaua, li moria per tutto; ma più, che in altra parte ardea-no le fiamme , e trionfauano le morti fra i due battaglioni^ nel mezzo , doue co’ Generali d’ ambe V Armate era lo sfor-zo maggiore , e per numero di legni , e per fiore di militie, ifJJo-e per la qualità principale de’ Soggetti. Pugnauano vicini ad Ali, Portaù da vn Iato, e’1 Teforiero della loro Armata dall* altro , con altre fei Galee Capitane, diuife anch’ elle la metà per parte. Appreffo a’ Generali Chriftiani militaua da vn canto, la Capitana di Sauoia, dall’altro, quella di Genoua,fopra delle quali s’eranodiuiiì li due Prencipi di Parma 9 c d’ Vrbino , Pompeo Colonna, ed altri qualificati Soggetti, e feguitaua per Poppa la Patrona Reale, e la Capitana del Commendatore di Cartiglia. Abordatili vicendeuolmente, come già dicemmo Don Giouanni,e’l General Venierocon Ali, ed il Colonna con Portali , tutti combatteuano imperuerfati con gl’ impeti maggiori di ferocia, di bràuura, d’ingegno, di picca, e d’odio, paffioni radicate, poteafi dire, dalla prima origine tra l’infedele , ei fedele, & erano auuenuti, & auueniuano tutti li più crudeli, & hor-rendiaccidenti, che auuenire ponno in vna guerra Nauaìe dicinquecento, e più Vele alle ftrette, doue non era confidenza di fuga ; non fperanza di vita, che togliendola al nemico, e doue, anche tolta ad vno, nefoprauueniua, ò dietro alle fpalle , ò per fianco vn’altro, che proditoriamente inuoIauala.Combatteuafi altroue, e fopra le altre Galee con non diffimili fanguinofi auue-nimenti ; ma, fi come tra quelle principali, eprime fi oltrepalla-ua il poiììbile deH’humanità in vna fpremuta eifenza di forza , e barbarie, e in vna deliberata volontà di cadere prima alla morte, che alPodiatiifimo inimico, così l’altre Galee più lontane, che_, vedeano à douer dipendere l’efito di loro fteiìe, da quello delle loro Capitane, si toglieuano dal combattere con le già feco azzuffate , e vi correuano in foccorfo, ed in aiuto , perche in_, ogni modo vinceffero. Erano già feorfe due grandi hore, che accerimamente pu-gnauasi con fierezza , e coftanza tale trà le Reali Galee, e_, trà i Fano vicini degli vni , e degli altri . Don Giouanni , P 2 il