LIBRO SESTO DECIMO^ 7*1 r ucro , e porto il fuo fcno di tutte le linee falutari alla comtnu-ne libertà , e faluezza. Guerra , che per efsere meglio efpref fa , e più profondamente intefa , in vece di darle il nome d Candia, fi chiamerà la più lunga , la più fiera , e la più fune-ila , che habbiano mai le riuolutioni, le vicende , e i cali , a forza d’armi, e di ftragi immenfe , lafciata in vn' ifteifo , continuo tempo di venticinque anni in mar’, e in terra , eternamente impreffa, fopra gli indurati margini del Mondo , a ftampi di fangue , e di lagrime , vna dolente , e lugubre rimembranza di tanti tefori profufamente confunti , di tante grondanti, e non mai ftagnate piaghe , e di tante vite alla fede , ed alla Patria Chriftianamente fagrifìcate . Capitali tutti altrettanto pretioii, quanto fi vedranno piamente non meno , che generolamente contribuiti, e che per ciò anco nelPiftefsa infelicità del fine,come contrafegni, e marche gloriofe, e perpetue di Zelo, e di coftanza inuitta, doueranno feruir fempre a pofteri di vnico felice efempio j e guerra finalmente, chs mentre s’è diftinta per horrori, per attrocità , per barbarie, e per lunghezza dal paragone , e dalla fomiglianza di tutti li paffati fecoli da ciafcun’altra , merita etiandio ; che in eftefa , ed ampia forma fegregatamente, e loia fi diftingui, e fi racconti , accioche da vn’ alta, e non accumunata fede maggiormente diffondendo i raggi, ne rifpleadi più cofpicuamente la doria, e nei deplorabili accidenti, moftruofi abbandoni, e violentate , e fatali perdite , rifletti illuminata , ed auuertita la Chriftianità, che non è deftino la forza, e che anco la ter: ribile Ottomana è foggetta à perdere, & ad effer vinta . IL FINE DEL SESTODECl^O > ED VLTJMO LIBRO,