LIBRO PRIMO. 33 cilitar con la forza giuila defenfuja la benedittione della gra- 1570 tia . Infiammai^ le prime con le procelTioni, e con I’ efpoii- ,p„Za;a-tioni dell’A Itiffimo per le Cniefe, Monfignore Francefco Conr tarini, Vefcouo di Baffo , che in vn tanto anfratto , fpinto da pia commotione , s’era dentro rellgiofamente condotto , in__, y^Zf vece di Monfignore Arciuefcouo , Filippo Mocenigo , allora^ lontano , & à Venetia ; ed egli fteffo pur’eccitò le feconde^ “ ancora con efficace , e patetica oratione nei Tempio di Santa Soffia à tutto T Vniuerfale del concorfo Popolo, follecitando ciafcheduno à mifchiar le lagrime del pericolo con quelle d’vn zelo Chriiìiano, e deuoto . Mà fe non mancauaiì dentro alla Città di tutte Popere pof-iìbili con Dio, e col Mondo, non già ftauano neghiteli i Tur- I Tarchi chi al di fuori ne’ loro barbari preparamenti, e principiata, hoflilità . Haueuano già piantate grandi batterie, con lequa-li furiofamente tormentauano le muraglie, ed erettoui più forti dirimpetto , c dileguale altezza , fopra cui veniuan’ anco egualmente à trauagliare, & à combattere li difenfori, noa_, meno à colpi di Cannone, di archibufì, e, dardi fcoccati, che con le bombe dentro lanciateui . Giucauano le artiglierie d e corri}--noftri dall’alto con non rninor’ vccifione, e terrore de’nemici, mentre di effe , era fopra ogn’ altra cofa la Città abbondantemente proueduta, con gran numero di Bombardieri di tutta peritia , ed efperienza nel ben maneggiarle . Per i loro nondimeno continui pericoli, venendone giornalmente vccifi, cominciò à ftrignere il bifogno di effì ancora. Morì trà gli altri, jw/j«« per colpo di archibugio , vn tale Antonio dai Berettmo , eh’ LfZl era il principale in quell’ arte di, cognitione, e d’ingegno , e_, la cui perdita , fi potè computar dolentemente per molte^ . Tanti alla fine perironui , che per 1* impoifibilità di rimetterne degli altri, e per la neceiiità di rallentar’ i tiri, andarono più Tempre i Turchi auanzando del terreno , e poterono penetrare alla contrafcarpa, e d’indi nella foffa . Quiui à forza / »»»,* di zappa, e di braccia , lì fabricarono la itrada per montareaUafoJ]U-lopra i Baloardi. Tentarono vn giorno di affalirne due , Po-dacataro , e Coftanzo, chiamati di tal nome per que’ prima TSaloarJi ti della Città , eh’erano già principalmente concoriì à con - rlf7c7-itruirli. Fù l’attacco , per V intentione de’ Turchi, più con p/ZaJ* penfiero di efperimento , ched’ Imprefa ,, In ogni modo i difenfori del Coftanzo vennero così improuifamente aggrediti, che fe non vi accorreua pretto Andrea da Spelle , e Paolo dal Guafto con le loro Squadre , ò fe i Turchi montauano in nu-E^ mero