274 DE FATTI VENETI. 1607 che per infìrumento di pace , doucndofi in tanto goder del bene di *vna fèj. penfione di armi. Si efìefe Gioiofa in tali , ed in altre più ampie, ed efficaci influenze ancora con l’oggetto d’impetrar* il contento al Rè , e acquifìare à fe ftelfo il merito. La fua comparfa a Venetia . La diuulgata cagione del fùo comparirui 5 11 tenore dell’efpofitione , ò che capitaffe all’orecchio , ouero , che dubitata folfe di Don Francefco di Ca-iìro, ch’era qui per anco , gli diede impulfo à non lafciar correre tutto intero il merito al Rè di Francia. Àmiaic Chieda l’vdienza, venne ancoragli infieme col Cardines in s'ZìuÀ Collegio , e fi come hà forza l’emulatione di abbaffare il fo-ftegno, e l’alterezza , per preualere al concorrente , così in_* quello cafo non fù difficile, ch’ei degradale dalle fue primo rigorofe propofitioni . Non già più ruuidamente pretefe, che doueffe la Republica compiacere in tutto al Papa col folo offerito contracambio di ritrattare la fcomunica Piaceuolmente pregò per qualche proprio ripiego, eshiben-do fe iieifo al maneggio, e adornando l’officio con fuifcerati concetti di affetto, e di debito. Brano Francia, e Spagna due Prencipi, che non fi doueuano differentemente trattare, quan-f, ut#, do anche foffero neH’interno differenti. Ringratiò, & aggradì TrZng- la Republica, tanto il Cardinale per l’vno , quanto DonFran-cefco per l’altro. Atteftòadambivnaobligationei Vn’immen-fo rifpetto verfo il Pontefice , & vn diuoto defiderio , pronto ad ogni palio, e dimoftratione, che, fenza crollare li fondamenti del Prencipato, hauefle potuto valere ad innalzar più fempre la grandezza della Chiefa. Conuenne poi neceffariamente difcendere il Senato, più pre-cifi termini col Cardinale per lo partito da luipropofto, e da lui pregato, di depofitare in mano dei Rè li delinquenti prigioni ; e ne parlò in forma, benche generale , che potè Gioiofa molto ben comprendere, non alieno forfè la Republica dal contentarne laM.S. quando ciò fotte fiato fufficiente à terminare col Pontefice tutte le vertenti difficoltà . Nonframife Gio-à iofa alcun’indugio . Andò, per così dire, volando a Roma. Fù altamente colà applaudito da tutta la Corte, e da tutto il Popolo, mal volentieri ientendofi,che fi combattette da due Prencipila venerabilità dell’vno,e Iariuerenzadell’altro.PrefentoifialPapa. Narrogli la brama del Rè. Quella nelle così poffibile della., Republica. L’obligodellaBeatitudineSua,chiamata , come Padre comune , e Prencipe pio, alla pace di Chriftianità . In-