io DE’ FATTI VENETI non erano iniftato le fue Galèe di cimentarli à viaggiare , non_* che à combattere. Non potè il Pontefice così tentar’ in Germania Maflìmiliano, come fece in Ifpagna Filippo , per qualche^, amarezza, irà loro in quel tempocorrente. Haueuala Santità fua conceduto àCoiìmo de’Medici, Duca di Firenze, il titolo thoìodiGranDucadi Tofcana, fenza darneàCefareneilìina contez^ Tàl'i za J anzi non ottante, che ve Io fapeife più toiìo non bene inten* 4uì‘J?h tionato. Altercauafi per ciòfopra queflo punto» Prctendeua_» *pbr. Maifimilianooffefa la poteftàdella fua Corona Imperiale, e_, tanto aggrauato fen’era, chehauea fpeditoàRoma vn’Amba-ffpTpsJ (datore; e fatto proiettare alPontefice invalido,&infuffiftente cfur,. jjtutt0y onde nel mezzo de’difgufti non potevano trouare, nè Gh£**i acceffo, nè luogo le ÌodisfattionL Giouanni Michele , che ri-fiedeuaallora preifoà Cefare,viuamente affaticoffi, per acque, retarlo; Non potè ad ogni modo ritrar mai, che vna fomma_» medino. jaucje aj|a RepUbIica, perche fi accingefsecon tanto merito a-* m ft‘ difendere la libertà contra i Turchi * Nel retto; per deliberare^ di fettefso, prefe tempo à farlo doppo, chehauefse intefele altrui rifolutioni, e quelle fpecialmente del Rè Cattolico. Carlo Rèdi Francia, rifpofeal Nuntio Apoiiolico, & all* ^ratore Venetiano con più aperti fenfi delle fue difficoltà -Pretendea, che gl’inteftini trauagli del proprio Reame , già partnià tutto il Mondo, giuttificafsero appieno l’impoifibilità d’impiegar altrouele forzeoccupatiifimedella fua Corona; eia Reina Madre ancora con maggior fchiettezza , difse, che_, , mentre continuaua il Rè fuo figliuolo nella ttefsa amicizia ,ha-uuta dal Padre,e dall’Auo col Rè de’ Turchi,non poteua,ch9eshi-birfi d'inftrumentoà trattar più toltola pace, che la guerra. Qui nell’Italia ofseruauafi per verità vnzelo,e defìderio pronai,*,t0 ne* Prenci pi, Prometteua il Duca d’Vrbino, fempre , cheli ¿py»- fofse conchiufa la lega: eia vita, e’I potere in fagrificio. Eshi* ?, ha.,*,abi^ 5auoja fpignere all’Armata alcune Galee di fuo folo conto. Cofmo di Firenze, per la frefca fua obligatione verfo il Papa,feglirafsegnauaobbediente in tutto . Solo il Duca di Ferrara pareua un poco rattenuto con la Beatitudine fua, per certa controuerfia vertente de’ fali, e per nauigationi su ’1 Pò* mafopì ancor quefta il Senato col mezzo di Giouanni For-5S menti, Segretario del Configlio di Dieci, che alandogli à tal* effetto in Corte. T«™! Così ttaua divifata la fcena della Chriiìianà Republica, principalmente della Venetiana, trà terribili preparamenti di guerra, e trà negotiati dipace .• cdiLeghe, per terminar tra* gk