4 DE’ FATTI VENETI nivintoin battaglia, erimaftocattiuodelgranSoldano dell’ E-gitto, iìobligò, perlafualibertà, àcontribuirglieli. Disfatto il Soldano poi degli Ottomani, tutti li fuccefsori Jihaueuano à loro pur? continuati/ E così anco la Republica, per ottantanni, chenegodeuailgiullo, e legittimo dominio; facea lo IteiTo. Narratiua, ches’è lìimataneceifaria di replicare à quello palio, perintroduttione à ciò, che horadeplorabilmente fideueferi-uere, benchedifcorfone diffufamente, quando ne feguì la ri-nuntia della Reina, e fe ne impadronì la Republica. Perfuafo dunque Seiino di aggredire quello Regno, Mehe-met, il Primo Viiìr, quello, che apprefso alla gratia , ed all’ affetto di lui occupaua il pollo, edil merito maggiore, per la_, tenuta nafeoila morte del Padre all’eisercito, abboni l’ingiufti-tia., eia difficoltà dell’lmprefa, edincontrapollo degrinfillen-ti Muilafà, e Piali, procurò diitrarlo. ìncominciaua Seiino anche ad arrenderli in alcuna parte alle voci, e alle ragioni di quciraccreditato Miniitro ; ma vfeito alla cacciava giorno del mefedi Nouembre, conuocò il DiuanoàCaualIo, conforme all’vfo di quel grande Impero, e volle fopra ciòafcoltareifen-iiditutti gliadunati. Poterono coloro variare nelle caufe, non già nell'effetto. Chi procurò di efacerbarlo, proteilandogli 5 che folfe Cipri in mano de’ Veneti vn continuo ricetto à Corfali, eipecialmenteà Makeiì. U Muftì, capo principale della religione Maomettana, religiofamente confiderogli, che, tolto quel Regno alla Republica , haurebbe aflìcurato il tranfito à tanti peregrini, che andauanoogni giorno per deuotione alla_* Mecca, mentre veniuano con la franchigia di quell’Alilo da_» coloroiualeggiati, eoppreflì, edipiùgliaggiunfes ch’erigendoli allora vaagranMoichea in Adrianopoli, laqualedouea-fi proueder perlegge con nuoue rendite del Gafnà , haurebbe potuto afsegnarle le ricchiffime di Cipri. Soprafatto per ciò il Turco da così fatti vehementi coniìgli,ilabiliirunquelIodiaf-falirlo, e iiudiò principalmente di confgruare il tutto in filentio, per meglio colpir la Republica fproueduta, &incrme, Qualche cofa ne trafpirò nondimeno alla vigilanza del Bailo , Marco Antonio Barbaro,di quel tempo, il quale immediate neauuisò ii Senato - S'inganna fouente la iileffa prudenza à tenere per imponibile tuttociò, che la ragione tale il perfuade/e perciò non lù marauigiia, che anco quella Patria facilmente potelfe ingannartene. lira difficile da crederli vna tanta proditione. Vieraj la fede, con inchioilri, non per anco afeiuti, corroborata., . Non vi era alcuna occasione, perviolarlà. Era nondimeno più, a