27 2 D E' FATTI VENETI. 7 altroue negotio . Dubitoffi perciò d’efito non buono ; troppo efsendo tenace J’interefse , quando viene à farli giudì-VaaS,lce rnedefimo . Ad ogni modo la Republica , per la fMaiìtut- Partc a toccante, non volle mai efser quella , che oftafse to funn'tf- alla confecutione del comun ripofo. 'Ìuf“r" Si contentò d’inuiare all’Ambafciatore fuo piena facoltà, di negotiare in Madrid , & anco di conchiudere ; à che_, finalmente non fi dimoftrò difficile nè meno il Duca Emanuele . Ma, ò che iì trattaffe , ò che fi fingeffe di trattare dagli Spagnuoli , verificaronfi pur troppo li primi conce-puti dubbij . Confummouifi il tempo fenza neffun frutto , e mentre , che li andò colà perdendo nelPotio , volata la iìagione alla Primauera , s’impugnarono di quà nuo-uamente 1 Armi. Muffi t Mi Maffeo Michele , Generale nella Prouincia dell’litria , fi £&£? con genti da lui comandate contra il luogo di Zemino , ed occupouui incontanente fenza alcun contrailo la Terra . Trecento Soldati Tedefchi , con altri dei Paefe, mSt'* ritiratili nel Cartello , si difefero pochi giorni j ma finalmente ruinateui le mura col tormento delle artiglierie, furono anch’effi in neceffità di arrenderli , Salue le vite_> , conferuategli pontualmente dal Generale , che li fece accompagnare fino à Pifino con ficure feorte , Dopo fupera-ta il Michele quella Imprefa , fi fentì à chiamare da molte importune hoftilità , che andaua arditamente commettendo il prefidio di Treuifa nel diftretto di Montona . Vi fpinfe contro due agguerriti Capitani , il Carbonara 9 e’I Lanfranchi , al cui folo calpeftio batterono i nemici la r^ tirata , e fe ne ritornarono à Treuifa . Gl’infeguironoi Veneti fino sù le porte 9 e condottoui poi , e fattoui giucare ls4Cii. terribilmente il Cannone , fuperarono , ad onta d’vn’inii-fìente difefa , tré ricinti s Sforzatamele vi s'introduitero; ne mandarono gran parte à fildifpada, ed atterrate, egit-tate pofeia in poluere le muraglie , non vi lafciarono in piede, chevna poca, e mal trattata Torre. Per non goderfi mai pace da niuna parte, neceifitòanche il Duca d’Offuna s Vice Rè di Napoli , la Republica alla guerra, confirmando in fatti il genio auuerfo , già dubitatoli tempre di lui , & vn’ecceifma alterezza , di far chiaro rifuonare il nome , ed il merito fuo apprettò alla Mae-ità del Rè Filippo . Cominciò ad isfogare gl’inquieti pen-fieri ouunque cftendeua l’autorità del comando . Ordinò