LIBRO QVfNTODECIMO. 669 donato Capitano , com’era Don Taddeo , perfuadella fi-x realmente à porui Tarmi , e la forza , già che il Zelo, e la bontà , tante , e tante volte interpolimi , in vece d’ef-fere aggraditi, erano flati Tempre pofti in non cale,e fprez-zantemente trattati . Terminò per tanto il Senato di Tpe- ModonaV t- dir'al Duca di Modona AlfonTo Antonini con trecento Ca-ualli , e tremila Fanti , e feceui precorrere il Segretario Gio: Battifta Ballarino , per aiiicurarlo d’ogn’altro pofsi- Gio: Batiif-, bile aiuto . Duemila de’Tecondi dettinogli col Mafchefei"2J^w Guicciardini anche il Gran Duca di Fiorenza ,• e fi appuntò , che tutte quefle militie fi doueffero rallignar’in Modona à difefa , e diTpofitione egualmente, e dì quello , e del del Duca di Parma infieme . Stabilitoli quello concerto , e preparateli le dette genti alla anarchia, sforzò l’auanzato impegno ad vn più Todo e più confiftente configlio , vna fi fatta dichiaratone de_>’ Prencipi , ancor non fotte baftante à frenare gl’impeti de* Barberini . Si pensò à maneggiar’ , & à conchiudere vna Lega per lo che portoli! à Venetia il Prencipe Luigi d’ETte # Trattati Ji Zio di quel di Modona ; Gio: Domenico Pandolfiai pe’l ¿Tn!iPV. Gran Duca , e’1 Senato elette Battifta Nani , e Vincenzo Guffoni Caualiere , per dar la forma al Congrefso , e al negotio . Parue anco che quefta applicata medicina operaT-fe nel Tuo principio col defiderato effetto . Alia ToJa corTa voce si sbandò in gran parte per vn’inualfo timore i’eTer-cito de’Barberini , Don Taddeo TofpeTe la marchia del re- Ptt} n ftante , fcriuendo à Roma per nuoui ordini , ed accrefci-mento di forze , e riefpedì il Carpegna al Duca di Modo • fofpsnds. na , più per rileuar da di lui diTcorfi, doue i Tuoi fini, ed i Tuoi penfieri tendeano , che per Tperar di conTeguire ciò , che ricercar gli fece . Non più infitte per la fola permittio-ne del patto all’efercito col patto , già ftabilito , di fubito andarfene . Ricercollo , che potette trattenerli dentro al Mo-doneTe ogni volta , che dalTarmi del Duca di Parma vi fi trouatte violentemente coftretto ; A che riTpoie il Duca , adattandoli ai tempo , ed alla già mutata conditione delle coTe ; e ditte di non poter più deliberare di le fletto da fe fletto , ma reggerli con la Todisfattione , e con gii allenii della Republica , e del Gran Duca di Faenze . Quelli To-prauuenuti accidenti , e impegni , hebbero finalmente forza di porre in vn gran penfiero il Pontefice . Chiamò dju» Timore nei fe medefimo all' vdienza l'Ambaicìatore di Francia, e fi eoa-p"/”' Yyyyyy CCtl-